martedì 14 maggio 2013

Il COISP al Questore - viva questa città


Egregio Signor Questore,

l’escalation criminale di questi ultimi giorni ci induce, come rappresentanti di chi è chiamato (i poliziotti) a fornire la sicurezza ai cittadini aquilani, a rivolgerci alla S.V. affinché prenda atto che le strategie messe in campo dalla S.V. sono insufficienti o addirittura sbagliate.

Purtroppo gli appelli ed i timori dei mesi scorsi, lanciati dal Coisp sui rischi di un allentamento del “controllo del territorio” sono stati sempre disattesi e, nonostante le rassicurazioni fornite dalla S.V. in base alle statistiche da Lei fornite, il territorio aquilano è preda di sciacalli che, dopo aver razziato le case degli aquilani non esitano ad usare le armi per sottrarre i proventi del lavoro dei cittadini, facendo fare un salto di qualità nella statistica dei reati nel nostro territorio. Se prima dovevamo confrontarci coi i furti ora dobbiamo fare i conti con i “rapinatori” che oltre ad essere un pericolo per i cittadini (TUTTI) lo è anche per le Forze dell’Ordine che si trovano, con tutte le difficoltà che Lei ben conosce, a contrastare tali fenomeni.

Dov’è finito il “piano antirapina” che, secondo l’intenzione del suo predecessore l’ex Questore dell’Aquila Stefano Cecere, doveva raggiungere l’obbiettivo di bloccare gli accessi nel giro di 5 minuti dall’evento criminoso” (il Centro del 4 ottobre 2012).

Il COISP le rinnova con forza l’invito a confrontarsi con le OO.SS. sui temi delicati che interessano la Questura aquilana e a prendere in considerazione la possibilità che forse quello che sta facendo è “sbagliato”; la normalità che Lei esalta, non è  veritiera. I fatti ”purtroppo” lo dimostrano.

Prenda atto che la situazione aquilana non è affatto normale; questi episodi creano disorientamento nella popolazione, prenda anche atto che le forze in campo sono insufficienti oppure male organizzate, come noi del COISP da tempo gridiamo. L’età media di chi lavora per la strada si avvicina inesorabilmente ai 50 anni, questi sono tutti segnali che Lei dovrebbe attentamente valutare prima di sostenere che i poliziotti aggregati non servono più alla città.

Signor Questore, non stia arroccato all’interno del Suo ufficio, scenda per strada a vivere questa città; così forse capirà cosa significa stare in una “città che non esiste” . Noi, invece abbiamo il dovere di far ritornare a “vivere” questa meravigliosa località fatta di arte, storia e cultura; nel caso Lei la pensasse in modo diverso la invitiamo veramente a fare un gesto di umiltà ed a lasciare la “sedia” di Questore del Capoluogo d’Abruzzo, non è poi detto che senza “capo” non si ottengano risultati …migliori.

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