giovedì 26 agosto 2010

Il COISP a MARONI: Ritiri la Polizia dagli Stadi

I “signori del calcio” addestrano i tifosi contro le Forze dell’Ordine.
Ora basta! Maroni ritiri la Polizia dagli stadi e lasci che i tori si scornino nelle arene. Sono le società a fomentare in maniera sotterranea i tifosi contro la “tessera”.

“Sono trascorsi appena tre giorni da quando avevamo lanciato il nostro ennesimo monito. Il problema del tifo violento non si risolve con proclami e con provvedimenti burocratici, ma tagliando “i viveri” a tutte quelle società di calcio conniventi con i tifosi, che aizzano le frange più pericolose contro le Forze dell’Ordine. Avevamo detto che i primi a doversi assumere alcune responsabilità sono “i signori del calcio italiano” che tacciono inspiegabilmente. Solo tre giorni e Bergamo è diventata una polveriera, con auto bruciate, tifosi in rivolta e, neanche a dirlo, un Poliziotto ferito”. Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp - il Sindacato Indipendente di Polizia, condanna gli ennesimi episodi di violenza che hanno visto protagonisti tifosi e Poliziotti. “Basta Ministro Maroni, ci rivolgiamo direttamente a lei quale nostro interlocutore istituzionale - tuona Franco Maccari – le diciamo basta, ritiri gli uomini dagli stadi, lasci che i tori si scornino nelle arene, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e il mondo del calcio, nelle sue espressioni massime dei livelli dirigenziali non ci sente proprio da quell’orecchio. Perché, diciamola tutta, la tessera del tifoso non conviene alle società che sono consapevoli di perdere introiti importanti”. “Se il prologo è questo - dice ancora il Segretario Generale del Coisp - non osiamo immaginare quale sarà la fine di questa stagione 2010-2011 e noi non siamo più disposti a guardare animali sapientemente addestrati per fare la guerra alle Forze di Polizia, che si accaniscono contro le regole e per sovvertire l’ordine costituito”. “Qualsiasi punizione - conclude Franco Maccari - non sarà mai sufficiente se ad essa non seguiranno provvedimenti reali che responsabilizzino pesantemente le società per i reati commessi dai tifosi”.
Buon Sindacato

martedì 24 agosto 2010

Concorso in Polizia per 1600 posti riservato ai VFP1 e VFP4

di seguito è riportato un estratto, per riasunto, dei principali punti del concorso. il testo integrale è disponibile sulla Gazzetta Ufficiale.
Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4^ Serie Speciale "Concorsi ed esami" – di oggi 24 agosto 2010, è stato pubblicato il bando di concorso per titoli ed esami, per il reclutamento di n. 1600 Allievi Agenti della Polizia di Stato riservato, ai sensi dell’art. 16 della legge 23 agosto 2004, n. 226, ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale, di cui al capo II della medesima legge, che, se in servizio, abbiano svolto, alla data di scadenza del termine di presentazione della domanda, almeno sei mesi in tale stato o, se collocati in congedo, abbiano concluso tale ferma di un anno.
I posti messi a concorso nella qualifica iniziale del predetto ruolo sono ripartiti nel modo seguente:
a) n. 880 candidati saranno nominati Allievi Agenti della Polizia di Stato ed ammessi direttamente alla frequenza del prescritto corso di formazione, fermo restando il completamento della ferma prefissata di un anno;
b) n. 720 candidati saranno nominati Allievi Agenti della Polizia di Stato ed ammessi alla frequenza del prescritto corso di formazione dopo aver prestato servizio nelle Forze Armate in qualità di volontari in ferma prefissata quadriennale;

Requisiti per l’ammissione
Per l’ammissione al concorso, i candidati devono essere in possesso, alla data di scadenza del termine utile per la presentazione della domanda di partecipazione, dei seguenti requisiti:
a) cittadinanza italiana;
b) godimento dei diritti politici;
c) titolo di studio diploma di scuola secondaria di 1° grado o equipollente;
d) non aver compiuto 30 anni di età;
e) qualità morali e di condotta previste dall’art. 35, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165;
f) idoneità fisica, psichica ed attitudinale al servizio di polizia in conformità alle disposizioni contenute nel D.M. 30 giugno 2003, n. 198.
In particolare, per quanto attiene ai requisiti psico-fisici, sono richiesti:
sana e robusta costituzione fisica;
statura non inferiore a m. 1,65 per gli uomini e a m. 1,61 per le donne. Il rapporto altezzapeso, il tono e l’efficienza delle masse muscolari, la distribuzione del pannicolo adiposo e il trofismo devono rispecchiare un’armonia atta a configurare la robusta costituzione e la necessaria agilità indispensabile per l’espletamento dei servizi di polizia;
senso cromatico e luminoso normale, campo visivo normale, visione notturna sufficiente,
visione binoculare e stereoscopica sufficiente. Visus naturale non inferiore a 12/10 complessivi quale somma del visus dei due occhi, con non meno di 5 decimi nell’occhio che vede meno, ed un visus corretto a 10/10 per ciascun occhio per una correzione massima complessiva di una diottria quale somma dei singoli vizi di rifrazione.
Non potranno partecipare al concorso, pena l’esclusione, i candidati che abbiano svolto servizio nelle Forze Armate esclusivamente come volontari in ferma breve (VFB) ovvero volontari in ferma annuale (VFA).

Domanda di partecipazione
Le domande di partecipazione al concorso, da redigersi esclusivamente sul modello previsto dovranno essere sottoscritte dal candidato e presentate alla Questura della provincia di residenza entro il 23settembre 2010.

La Prova d’esame sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 4a serie speciale «Concorsi ed esami», del 26 ottobre 2010. La prova d’esame del concorso consiste in risposte ad un questionario, articolato in domande a risposta a scelta multipla, tendenti ad accertare il grado di preparazione culturale dei candidati, vertenti su argomenti di cultura generale, sulle materie previste dai vigenti programmi della scuola media dell'obbligo, nonché sull’accertamento di un sufficiente livello di conoscenza della lingua inglese o francese a scelta del candidato e delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse, in linea con gli standard europei.
La prova si intende superata se il candidato riporta una votazione non inferiore a sei decimi.
Sono ammessi a sostenere le prove di efficienza fisica ed agli accertamenti per l’idoneità fisica, psichica ed attitudinale, i candidati risultati idonei alla prova scritta e classificatisi tra i primi 4000 in ordine di merito.

Prove di efficienza fisica da eseguire in sequenza:

Corsa 1000 m. Tempo max 4' 15 per gli UOMINI e Tempo max 4' 45" per le DONNE
Salto in alto 1,10 m. UOMINI e 0,90 m. DONNE per entrambi max 3 tentativi
Sollevamento alla Sbarra n. 5 per gli UOMINI e n. 2 per le DONNE continuativi
Flessioni sulle braccia n. 15 per gli UOMINI e n. 10 per le DONNE (Max 2 minuti)
Il mancato superamento anche di uno solo degli esercizi obbligatori indicati determinerà un
giudizio di non idoneità.
SI PRECISA CHE QUANTO SOPRA E' SOLO A TITOLO INFORMATIVO, NON ESSENDO IL TESTO INTEGRALE DEL BANDO DI CONCORSO. Si declinano eventuali responsabilità per eventuali errori o imprecisioni nel testo.

domenica 22 agosto 2010

NON ANDRANNO ALLE FORZE DELL’ORDINE I MEZZI CONFISCATI AI GUIDATORI UBRIACHI: BOCCIATO L’EMENDAMENTO PROPOSTO DAL COISP.

Non saranno assegnati alle Forze dell’Ordine i mezzi confiscati ai conducenti di auto trovati in stati di ebbrezza per il “prevedibile aumento delle spese di manutenzione”. A renderlo noto è Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia, dopo la bocciatura dell'emendamento al Disegno di Legge sulla Sicurezza Stradale da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze e dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. “Per l'ennesima volta i fatti smentiscono le affermazioni propagandistiche di questo Governo, che rimangono pure intenzioni di facciata”, dice Franco Maccari, che ha inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia, oltre che a tutti i parlamentari e ai vertici di tutte le Forze dell’Ordine. “La situazione logistica del parco auto della Polizia di Stato - spiega Maccari - è notoriamente in stato di estrema sofferenza a causa della scarsità dei fondi per l'acquisto, la manutenzione e persino il rifornimento di carburante. Per questo motivo, dinanzi alle denunce del COISP sulle situazioni di paralisi operativa sofferta dai servizi di controllo del territorio ed investigativi, esponenti della maggioranza governativa si sono espressi pubblicamente ed a più riprese per rassicurare sulla disponibilità di auto per le Forze di Polizia, grazie al meccanismo della confisca ai criminali dei beni mobili ed immobili. Il COISP, infatti, condivide appieno il valore etico e morale di restituire alla società ed allo Stato i beni derivanti da condotte criminali, pur non ritenendo che questo possa essere ‘contabilizzato’ quale risorsa a disposizione delle Forze dell'Ordine tale da prescindere dalla pianificazione ed assegnazione di fondi adeguati alle crescenti necessità di sicurezza dei cittadini italiani. Per questo motivo, la Segreteria Nazionale del COISP - continua Maccari - già nel mese di dicembre 2008, ha richiesto al Ministro dell'Interno che il meccanismo dell'acquisizione di mezzi a favore della Forze dell'Ordine fosse ampliato anche ai conducenti di auto trovati in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. La risposta ottenuta da parte del Sottosegretario all’Interno on. Alfredo Mantovano, datata 21 gennaio 2009, lasciava ben sperare. Anzi dava certezza di un risultato positivo. Lo scorso 3 aprile la richiesta di questa organizzazione sindacale venne reiterata con altra lettera al Ministro dell’Interno”. “Abbiamo continuato ad essere fiduciosi di un risultato positivo - continua Maccari - ecco perché siamo rimasti totalmente esterrefatti nel leggere il contenuto di una nota pervenutaci pochi giorni addietro da parte del Dipartimento della P.S.. La Direzione Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria delle Comunicazioni e dei Reparti Speciali ha rappresentato di aver accolto favorevolmente la richiesta di questo Sindacato tanto da ‘aver contribuito, in occasione dell'approvazione dell'iter parlamentare del Disegno di legge in materia di sicurezza stradale (Ac 44 ed abbinati), a formulare ed a sostenere un emendamento governativo tendente ad introdurre la predetta possibilità’. Tuttavia, nonostante l'evidente necessità derivante dai continui tagli alle risorse finanziarie al Ministero dell'Interno ed il vantaggio operativo per le Forze di Polizia ed i cittadini, l'emendamento - ha proseguito la citata Direzione Centrale - è stato bocciato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati per il ‘prevedibile aumento delle spese di manutenzione’. Ebbene - conclude Maccari - non ci rimane che auspicare ai componenti della Commissione ed ai ‘contabili’ del Ministero dell'Economia di riscontrare di persona al più presto gli effetti delle sciagurate decisioni che prese a tavolino hanno effetti devastanti nella realtà quotidiana degli uomini e donne della Polizia di Stato, come di tutti gli italiani”.
Buon Sindacato

sabato 21 agosto 2010

COISP: NUOVO CODICE DELLA STRADA – OLTRE CHE POLIZIOTTI ANCHE “ESATTORI”

La recente riforma del codice della strada, attuata con legge n. 120/2010, ha determinato una serie di importanti modifiche che incideranno notevolmente sulle abitudini di vita di tutti quegli utenti della strada che giornalmente percorrono le strade italiane.
Anche gli Operatori di Polizia dovranno però modificare il loro modus operandi. E non crediamo in meglio!
Tra i molteplici argomenti interessati dalla riforma, vi è pure il "pagamento immediato" nelle mani dell'accertatore per talune violazioni commesse dai conducenti professionali di veicoli adibiti al trasporto di cose o persone: le violazioni in questione vanno dal superamento dei limiti di velocità alla circolazione in sovraccarico con eccedenza del 10%, fino al mancato rispetto dei periodi di guida e riposo. In caso di mancato pagamento, la norma prevede il fermo amministrativo del veicolo fino all'avvenuta riscossione dell'importo dovuto.
Senza entrare nel merito sull'efficacia della suindicata riforma, che sino ad oggi era applicata nei confronti dei conducenti stranieri, è di tutta evidenza che questa modifica comporterà un aggravio di responsabilità per gli Operatori che operano su strada.
Quotidianamente in tutta Italia vengono sanzionate molte migliaia di condotte violatrici delle disposizioni di cui agli artt. 142, 167 e 174 del codice della strada (rispettivamente velocità, sovraccarichi e tempi di guida) per cui non è assolutamente azzardato ipotizzare la "circolazione" di un fiume di denaro, pari a diversi milioni di euro, che gli Operatori su strada si troveranno a dover maneggiare con molta cautela.
Perché, se qualcuno se ne fosse dimenticato, il lavoro di chi opera su strada ha tempi, ritmi e condizioni che limitano fortemente la capacità di maneggiare denaro. Provate ad immaginare un poliziotto che sta contestando una delle sopraccitate violazioni e venga chiamato ad intervenire su un incidente dove siano coinvolti più veicoli, in un tratto stradale che presenta elementi di pericolosità e con condizioni climatiche avverse, sull’A24 e A25 in inverno è la normalità. Siamo davvero sicuri che i nostri capopattuglia e gregario abbiano la serenità di poter gestire la somma riscossa senza smarrirla e allo stesso tempo prestare i primi soccorsi ai feriti? Chi quotidianamente presta servizio su strada sa bene quanto sia difficile lavorare in talune situazioni, sa quanto sia rischioso intervenire e operare cercando, contemporaneamente, di tutelare la propria incolumità.
Nonostante ciò, la necessità di far cassa e limitare il contenzioso legale, ha indotto il nostro legislatore ad optare per questa soluzione. Complimenti davvero!!
La frittata è fatta purtroppo, il provvedimento è legge e almeno per il momento non si intuisce cosa potrà indurre i nostri politici a fare retromarcia: nonostante ciò questa O.S. non mancherà di far sentire la propria voce contraria nelle opportune sedi.
Al contempo e qui il COISP intende lanciare una sfida che non sappia solo di provocazione, si domanda il perché non sia stato previsto il riconoscimento di un'indennità di cassa in favore dei colleghi pattuglianti, un'indennità che, stante la novellata legislazione, appare doverosa e rispettosa della professionalità dei poliziotti, quella professionalità che troppo spesso è lesa dal mancato riconoscimento di precisi compiti istituzionali: l'Operatore di Polizia arresta, sanziona, soccorre, trascorre giornate davanti ad un personal computer, staziona dinanzi ad una fotocopiatrice. Tutto ciò senza che siano riconosciute specifiche attribuzioni economiche. Ebbene si, non vergogniamoci di pretendere gratificazioni economiche per incombenze che non apparterrebbero al nostro status di uomini in divisa.
E allora, saremo anche noi a pretendere un pagamento immediato: di una giusta, doverosa e sacrosanta indennità di cassa. E che non sia l'ennesima elemosina dal sapore amaro.
Buon Sindacato

mercoledì 18 agosto 2010

IL COISP RICORDA IL PRESIDENTE FRANCESCO COSSIGA

“Rattrista la morte dell’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Rattrista dal punto di vista umano ma soprattutto istituzionale. Cossiga era un uomo con un alto senso dello Stato e delle Istituzioni anche nel suo essere sempre sopra le righe. E lo ha dimostrato anche nell’atto estremo, rifiutando i funerali di Stato. Uno Stato che egli non personificava mai, ma di cui teneva alto il valore attraverso il rispetto e la difesa dei ruoli degli uomini che quello Stato lo rappresentano e lo difendono”. Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia, ricorda lo scomparso Presidente Emerito della Repubblica. “A Francesco Cossiga non interessava uniformarsi e conformarsi – dice Maccari – aveva una grande capacità di analisi, di ascolto e di lungimiranza. Quelle qualità che gli hanno consentito di farsi tra i primi promotori della legge di riforma della Polizia di Stato nel 1981 e che ha fatto in modo che anche gli Operatori della Polizia di Stato godessero al pari di tutti i dipendenti pubblici del giorno di riposo settimanale!” “Pragmatico e diretto Francesco Cossiga – continua ancora il Segretario Generale del Coisp – ha assunto su di sé anche le responsabilità che erano ascrivibili a comportamenti e scelte di altri, consapevole dell’importanza che un dibattito libero ha nella crescita democratica di ogni comunità. Ecco perché Cossiga non solo ascoltò sempre la voce dei
Sindacati, come espressione più alta delle istanze portate avanti dai lavoratori, ma, in particolare tra le Forze di Polizia, - conclude Franco Maccari - incoraggiò la nascita di un sindacalismo indipendente e autonomo che potesse, attraverso le battaglie portate avanti con il rispetto delle regole e delle Istituzioni, perorare meglio i diritti fin troppo spesso negati di quegli uomini e di quelle donne che lui sapeva bene essere i soli a difendere ed a tutelare la tenuta democratica di quello Stato che egli tanto amava e che, come ha scritto nelle sue ultime volontà, si onorava di servire”.
Buon Sindacato

lunedì 16 agosto 2010

Ripresa degli adempimenti tributari a seguito del sisma-richiesta versamenti tramite sostituto d'imposta

Come già annunciato nel post del 29 luglio scorso, L'Agenzia delle Entrate ha firmato la circolare nr 44/E datata 13 agosto 2010, in cui si dà la "possibilità" ai dipendenti e pensionati che hanno usufruito della sospensione dei tributi a seguito degli eventi calamitosi del 6 aprile 2009, di avvalersi del "datore di Lavoro", quale sostituto d'imposta, al fine di trattenere in busta paga o pensione l'importo dovuto e versarlo all'erario.
Si precisa che NON vi è l'obbligo, per il datore di lavoro, di aderire alla richiesta ed è per questo che, per quanto riguarda i poliziotti, il COISP ha già presentato richiesta al Questore di L'Aquila di attivarsi affinchè la l'Amministrazione recepisca la direttiva dell'Agenzia delle Entrate.
Analoga richiesta sarà inoltrata dalla Segreteria Nazionale al Ministero.
scarica la circolare nr 44/E
fac simile domanda x richiesta trattenuta in busta paga
ALL’U.T.G. di L’Aquila
(sostituto d’imposta)


Oggetto: Eventi sismici del 6 aprile 2009 - Ripresa degli adempimenti e dei Versamenti – Richiesta Versamenti tramite sostituto d’imposta.



Il sottoscritto ______________della Polizia di Stato _____________________
___________________, nato a _________________________, il _______________
In servizio presso la Questura di L’Aquila __________________________________
P R E M E S S O
Che ha beneficiato della sospensione dei tributi sino al 30 novembre 2009;
Che con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate 16 marzo 2010 sono state definite le modalità di ripresa degli adempimenti e della riscossione con riferimento ai soggetti residenti nei comuni fuori dal cratere;
Che i versamenti delle imposte sospese, comprese le ritenute sospese, devono essere effettuati dal contribuente che ha fruito dell’agevolazione.
C O N S I D E R A T O
Che con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 13 agosto u.s. si stabilisce che “gli adempimenti dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, al fine di assicurare i livelli di assistenza e di semplificazione normalmente previsti nei riguardi delle predette categorie di soggetti, possano richiedere al datore di lavoro o all’ente pensionistico di trattenere dalle erogazioni mensili e di versare all’erario l’importo dovuto.
C H I E D E
A codesta Amministrazione, quale sostituto d’imposta, di voler farsi carico delle incombenze dello scrivente nei confronti dell’erario.
A tal fine fa presente che le imposte sospese ammontano a euro _________ per l’IRPEF, euro _________ per addizionale IRPEF Regionale ed euro ___________ per addizionale IRPEF Comunale.
Lo scrivente dichiara di voler restituire le somme dovute in ____ rate e che ad oggi ha provveduto ad effettuare, autonomamente, il versamento di nr ____ rata.

L’Aquila

mercoledì 11 agosto 2010

COISP: a rischio la libertà di manifestare liberamente - lettera al Presidente della Repubblica

Preg.mo Signor Presidente della Repubblica,ci rivolgiamo principalmente a Lei in quanto Garante della Nostra Costituzione per segnalare episodi e fatti che minano fortemente alcuni tra i diritti primari del nostro ordinamento giuridico.La Costituzione Repubblicana dedica infatti una parte rilevante delle sue disposizioni alle libertà e, tra queste, regola anche il diritto di riunirsi e la libertà di manifestazione del pensiero. Essi tra le libertà fondamentali sono certamente quelli che caratterizzano maggiormente i rapporti tra Stato e cittadini, concorrendo in maniera fondamentale a delineare una determinata forma di Stato.
Il rilievo politico e sociale che, in particolare, la libertà di manifestazione del pensiero possiede è innegabile, tanto da poter essere considerata la “pietra angolare della democrazia” e il “pilastro della società democratica” (così la Corte Costituzionale con sentenza 17 aprile 1969, n. 84). Il buon funzionamento di un ordinamento democratico si fonda infatti sulla libertà di pensiero essendo quest’ultima ad alimentare la forza sociale di base che è la pubblica opinione.Il riconoscimento di tale libertà è prerogativa di tutti gli stati democratici, tant’è che la stessa Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo la consacra all’art. 10 come uno tra i più importanti diritti dell’individuo: “Ogni persona ha il diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee senza ingerenza alcuna da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera”.
Alla libertà di pensiero è sottinteso il diritto di portare a conoscenza del pubblico fatti di interesse generale, di esprimere la propria opinione su questioni di rilevanza sociale, nonché di criticare l'attività del Governo e della Pubblica Autorità. L'art. 21 della Costituzione dunque, include non solo la libertà di esprimere le proprie opinioni e di divulgarle con ogni mezzo, ma anche il diritto di informazione comprensivo sia della libertà di informare che di quella di essere informati e di informarsi. Strettamente collegato a tale diritto vi è la libertà di riunirsi pacificamente e senz’armi, che la Carta Costituzionale riconosce a tutti i cittadini all’art 17.L’articolo 17 rappresenta la modalità di svolgimento delle riunioni come fenomeno del mondo reale, ovvero anche per esercitare il diritto di pensiero. La riunione è un diritto autonomo e non strumentale, anche perché la stessa Costituzione all’articolo 2 afferma che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali, ove si svolge la sua personalità…”; poiché l’art. 2 fa riferimento alle formazioni sociali una di queste è proprio rappresentata dal diritto di riunione.Ultimamente però, sempre più spesso, questa Organizzazione Sindacale vede gravemente compromesso l’esercizio di dette libertà, attraverso le prescrizioni di alcuni Questori della Repubblica i quali, interpretando – a parer nostro in maniera esasperata – una direttiva del Ministro dell’Interno, negano l’esercizio di tali diritti ogniqualvolta venga fatta richiesta di manifestare pacificamente il dissenso delle Forze dell’Ordine contro l’azione del Governo.
Ci riferiamo alla “direttiva per le manifestazioni nei centri urbani e nelle aree sensibili” che il citato Ministro in data 26 gennaio 2009 ha indirizzato ai Prefetti delle Provincie, e che a nostro modestissimo parere è già essa stessa di dubbia legittimità Costituzionale.Nulla quaestio sul fatto che possano essere individuate, anche e soprattutto alla luce della protezione Costituzionale, luoghi ed aree particolarmente sensibili meritevoli di tutela sotto il profilo culturale storico ed artistico, ma in primis risulta di davvero difficile comprensione, alla luce del dettato disposto dall’art 13 della legge n. 121 del 1981 (a cui fa riferimento la direttiva), l’indicazione data dal Ministro ai rappresentanti del Governo nelle Provincie, di poter vietare aprioristicamente la libertà di riunione in determinati siti pubblici.Il legislatore del 1981 infatti, pur riconoscendo ai Prefetti una responsabilità generale in materia di coordinamento dell’ordine e la sicurezza pubblici, non pare riconoscere a costoro un potere generale ed astratto in ordine alla compressione e limitazione dell’esercizio delle libertà dei cittadini, come per l’appunto vietare a priori l’esercizio della libertà di riunione in determinate aree pubbliche.La direttiva del Ministro, a nostro parere, pregiudica in modo importante il diritto di riunione e di conseguenza di manifestazione del pensiero, atteso che il diniego astratto di manifestare in determinate aree, si traduce inevitabilmente in una mancata visibilità ed impatto nella pubblica opinione, che normalmente si cerca di vedere soddisfatta, proprio grazie al valore simbolico del luogo indicato all’autorità di Pubblica Sicurezza per l’esercizio dei diritti di cui agli artt. 17 e 21 della Costituzione. D’altra parte dissentire l’attività di Governo in Piazza del Popolo a Roma, non assume lo stesso rilievo pubblico di una disapprovazione manifestata in prossimità di Palazzo Chigi.
L’interesse all’impatto sulla pubblica opinione è il tessuto connettivo della libertà di riunione, e come tale a nostro avviso, deve essere parimenti tutelato alla stregua delle inviolabili libertà riconosciute al cittadino dall’Assemblea Costituente all’art 17.Di non minore rilievo è la genericità della direttiva in ordine all’individuazione delle aree sensibili che “saranno individuate in zone a forte caratterizzazione simbolica per motivi sociali, culturali o religiosi (ad esempio cattedrali, basiliche o altri importanti luoghi di culto) o che siano caratterizzate – anche in condizioni normali – da un notevole afflusso di persone o nelle aree nelle quali siano collocati obiettivi critici”.Una simile previsione infatti, lascia spazio ad un eccessivo potere discrezionale, permettendo ai Prefetti di riconoscere ad un determinato luogo un particolare valore simbolico, che non è detto sia altrettanto avvertito come tale, dalle varie comunità locali del Territorio Nazionale, con il conseguente rischio di dover uniformare, obtorto collo, il sentire della collettività a quello del Prefetto della Provincia, creando evidenti disparità di trattamento e scarsa o addirittura nessuna democraticità.Orbene Ecc.mo Signor Presidente della Repubblica, i dubbi che questa Organizzazione Sindacale intende evidenziare, alla luce della direttiva del Ministro dell’Interno, si riferiscono alla legittimità Costituzionale in ordine alla possibilità di negare in forma generale ed astratta la libertà di riunirsi pacificamente in determinati luoghi pubblici, al fine di tutelare la loro forte caratterizzazione simbolica e non anche di tutelarli per reali e comprovate esigenze di ordine e sicurezza pubblici, dal rischio derivante proprio da quel valore simbolico, disarcionando di fatto con tale direttiva, il dettato Costituzionale dell’art 17 e dell’art 18 del TULPS.Proprio sulla base di tale indicazione Ministeriale, questa Organizzazione Sindacale ha ricevuto il diniego da parte del Questore di Roma ad effettuare una pacifica manifestazione prevista per il 28 luglio u.s. nei pressi del Ministero dell’Interno, simbolo appunto per noi poliziotti della legalità e della Pubblica Amministrazione a cui apparteniamo. Che senso avrebbe avuto infatti manifestare il nostro dissenso al Ministro dell’Interno, in uno dei sei (6) percorsi autorizzati ai cortei per la città di Roma, e che francamente poco hanno a che vedere dal punto di vista simbolico con le problematiche delle Forze di Polizia?
In data 16 luglio 2010, la Segreteria Provinciale del COISP di Catanzaro, inviava al Questore di quella Provincia, un preavviso di pubblica manifestazione da effettuarsi a Lamezia Terme in data 19 luglio 2010, dalle ore 15.30 alle ore 20.00, in via A.Perugini nei pressi del Palazzo Comunale.Orbene il Questore di Catanzaro, capo dei poliziotti della Provincia, con ordinanza del 17 luglio 2010 autorizzava sì la manifestazione di questa Organizzazione Sindacale, ma prescriveva che la stessa si tenesse in un luogo completamente diverso (Piazza della Repubblica) da quello indicato nel preavviso, peraltro distante parecchi chilometri dalla via A.Perugini, di fatto ordinando di nasconderci agli occhi del Ministro.Quanto sopra al fine di tutelare, evidentemente dagli stessi poliziotti, la persona del Ministro dell’Interno e le altre Autorità presenti in città proprio in data 19 luglio 2010 presso il Palazzo Comunale, tant’è che lo stesso Questore dichiara “che qualunque manifestazione pubblica si svolgesse in prossimità del luogo indicato, potrebbe incidere sulla sicurezza delle numerose Autorità che interverranno, tutte sottoposte a misure di protezione”.In data 20 luglio 2010 invece, la Segreteria Provinciale del COISP di Treviso, inviava al Questore di quella Provincia, un preavviso di pubblica manifestazione “consistente in una attività di volantinaggio, esposizione e distribuzione di materiale informativo relativo all’attuale manovra finanziaria da effettuarsi nella giornata di venerdì 23 luglio 2010 a partire dalle ore 10,00 alle ore 22,00”… in 14 vie cittadine e zone limitrofe.
Anche in questo caso il Questore di Treviso, con ordinanza del 22 luglio 2010, autorizzava la manifestazione di questa Organizzazione Sindacale limitatamente a soli quattro siti cittadini, a fronte dei quattordici indicati nella richiesta, ponendo alla base di tale scelta una motivazione a dir poco imbarazzante, se si pensa che l’avviso di manifestazione non era stato inoltrato da gruppi di disobbedienti, ma da poliziotti, che peraltro lavorano anche alle dipendenze di quel Questore.Quest’ultimo ha infatti dichiarato che la scelta è risultata essere determinata dalla necessità di tutelare la persona del Ministro dell’Interno (presente in città proprio in data 23 luglio 2010), atteso “che qualunque manifestazione pubblica si svolgesse in prossimità della sede della Provincia di Treviso nonché lungo le arterie stradali interessate dal transito del Sig. Ministro dell’Interno, potrebbe incidere sulla sicurezza della personalità di Governo e delle altre numerosissime autorità partecipanti alla cerimonia in questione”.Ill.mo Signor Presidente, il nostro sentore è che tali determinazioni non siano dettate dal primario interesse alla tutela della sicurezza pubblica, quanto semmai per mettere in sordina le pacifiche e legittime manifestazioni di dissenso dei poliziotti, utilizzando metodi che poco hanno a che vedere con il nostro Stato di Diritto. La Costituzione della Repubblica Italiana, all’art. 17 ultimo comma recita testualmente: “Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”. Tale rilievo è stato ripreso anche dalla Corte di Cassazione a parere della quale “il potere di veto riconosciuto al Questore nonché quello di disporre modalità diverse di tempo e di luogo della riunione deve essere giustificato da motivazioni logiche e coerenti, potendosi anch'essa tradurre in una arbitraria restrizione del diritto di riunirsi”.C’è da chiedersi allora: quali sono le comprovate esigenze di sicurezza ed incolumità pubblica in una manifestazione organizzata da una Organizzazione Sindacale della Polizia di Stato, i cui iscritti possono essere solo poliziotti, tali da ingenerare nell’Autorità di P.S. i timori di un rischio per la sicurezza del Ministro dell’Interno.
Ma l’Italia non è una Repubblica democratica? O lo era solo nel pensiero dell’Assemblea Costituente visto che ultimamente noi poliziotti ci troviamo a combattere, metaforicamente s’intende, contro uno Stato di Polizia, ove vengono negati diritti e libertà inviolabili sulla scorta di motivazioni “pretestuose”, che mal si conciliano con i limiti individuati dalla stessa Corte Costituzionale e pocanzi citati.Crede anche Lei Preg.mo Signor Presidente, che i poliziotti manifestanti in Piazza del Viminale, possano pregiudicare il diritto alla mobilità e circolazione costituzionalmente garantiti, o bloccare l’intera viabilità romana, anche se si riuniscono in forma statica senza uscire dal perimetro della citata Piazza? O che la presenza di poche unità di poliziotti iscritti ad una Organizzazione Sindacale, armati di bandiere e vuvuzelas, possano attentare alla sicurezza ed incolumità fisica del Signor Ministro dell’Interno o rappresentare una minaccia per la stabilità dell’ordine costituito?Poiché tale eventualità, non è nemmeno ipoteticamente immaginabile, maliziosamente non ci resta che pensare all’esistenza di un’ulteriore direttiva, magari segreta, per mettere il silenziatore al dissenso dei Poliziotti che si sono visti pugnalare alle spalle, dopo aver ceduto alle lusinghe elettorali di questo Governo, che adesso non solo non parla, ma nemmeno vuole sentire, e che ordina ai suoi cortigiani di far scendere la notte e di spegnere il volume per riposare in pace.Preg.mo Signor Presidente, un Governo che si muove al di fuori dei dettami costituzionali, e che limita arbitrariamente le libertà inviolabili dell’individuo e delle formazioni sociali in cui lo stesso si realizza, mette in discussione l’intero impianto democratico nonché l'immagine stessa del nostro Paese.Riteniamo pertanto che sia necessaria una più concreta e sempre maggiore progressiva attuazione di tutto ciò che gravita nell’orbita dei principi fondamentali relativi ai diritti dei cittadini, compresa la possibilità di riunirsi pacificamente e manifestare liberamente il proprio pensiero, anche per dissentire l’operato del Ministro dell’Interno, senza che qualche Pubblica Autorità ordini l’osservanza di bizzarre ed illogiche prescrizioni, o peggio ancora neghi in forma preventiva ed astratta (senza averne titolo), la possibilità di esercitare i diritti Costituzionalmente garantiti, nei luoghi che il cittadino ha la libertà di individuare come simbolo in cui riconoscersi in forma singola od associata.Solo in questo modo, a nostro parere, si evita che la democrazia risenta di quelle situazioni negative che non permettono la formazione di coscienze critiche: la democrazia senza libertà è un non senso e la nostra libertà, a quanto pare, è sempre più spesso limitata, soprattutto, quando si vuole dissentire sull’operato del Governo.
Ecc.mo Signor Presidente, proprio per i sentimenti di affetto che ci legano al nostro Paese, siamo determinati a batterci per la nostra dignità di cittadini italiani tutori dell’ordine, e per l’integrità della nostra Repubblica nata dalla Resistenza, affinché l'Italia confermi di essere nel novero delle democrazie più avanzate del pianeta. Noi non abbiamo alcuna intenzione di tollerare che nel nostro Paese si realizzi una tirannia mascherata da libertà! Quali poliziotti, ma innanzitutto quali cittadini di questo Paese, non possiamo accettare che, nella NOSTRA Italia, taluni alla prima alzata di voce del potente di turno si genuflettano al punto da negare i diritti consacrati nella NOSTRA Carta Costituzionale!! “Democrazia” è anche poter esprimere le proprie opinioni liberamente e poter pacificamente dissentire da quelle degli altri.Abbiamo provato, in questi giorni in cui ci è stato ingiustamente negato il diritto a riunirci e a manifestare il nostro pensiero, a ragionare come taluni vorrebbero che ragionassimo. Abbiamo provato ad immaginare un mondo fatto di un colore unico ed abbiamo dovuto riconoscere a noi stessi che non è nel nostro essere uniformarci alle opinioni di chi comanda per il solo fatto che è questo a deciderlo.I Padri della Costituzione sapevano che il popolo aveva una coscienza critica e quindi riconobbero loro una serie di diritti, tra i quali vi sono proprio quelli esplicitati negli artt. 17 e 21 e che consentirono tra l’altro, di scrivere all’articolo 1 della stessa Carta Costituzionale che “l'Italia è (e deve essere) una Repubblica democratica”.
Ebbene, oggi forse c’è chi non vuole comprendere la realizzazione di tali “diritti”, o chi fa finta di dimenticarsi che quella cosa che si chiama DEMOCRAZIA non è una velleità, non è un “diversifichiamoci perché non abbiamo che altro fare”, ma è il diritto sacrosanto ad esprimere liberamente opinioni anche diverse, a dissentire dalle assurdità, dalle ingiustizie, e da coloro che ci vorrebbero tutti allineati ed obbedienti. Quale è la spiegazione “democratica” alla volontà di zittirci? … alla volontà di impedire a noi e a tutti i cittadini di rendere pubblico e nei luoghi desiderati il dissenso, e l’amarezza, per le continue offese ed umiliazioni, per le promesse non mantenute?Oppure è forse nell’antidemocraticità che dobbiamo cercare le risposte? Forse dobbiamo pensare che è questo che si vuole oggi realizzare?Siamo assolutamente convinti che Lei, Ecc.mo Signor Presidente della Repubblica, dal Suo Alto Magistero troverà il modo, nell’ambito del dettato costituzionale, di intervenire e promuovere azioni dirette agli Organi Istituzionali, che permettano la completa attuazione della Costituzione Repubblicana e di conseguenza la realizzazione della piena ed autonoma espressione di tutte le libertà.Ci restituisca, Signor Presidente, il nostro diritto a riunirci pacificamente e a manifestare il nostro pensiero nei luoghi da noi ritenuti più opportuni: ne abbiamo pieno diritto!
RingraziandoLa sin d’ora per la sicura attenzione che dedicherà alla presente, siamo a manifestarLe i più alti sensi della nostra stima e riconoscenza per il Suo operato.
Buon Sindacato

lunedì 2 agosto 2010

COISP: Le richieste dei Vigili del Fuoco sono anche le nostre

Il COISP - Sindacato Indipendente di Polizia – è vicino ai colleghi del CONAPO – Sindacato Autonomo dei Vigili del Fuoco abruzzese - che hanno proclamato lo stato di agitazione per dare voce e forza al diritto-dovere dei Vigili del Fuoco ad avere quanto di loro spettanza.

Il COISP ben conscio della problematica in quanto da tempo si batte contro questo Governo che, disattendendo tutte le promesse fatte, ha incassato i voti degli uomini e donne in divisa e poi li ha “pugnalati alle spalle” con provvedimenti iniqui e vessatori.

IL COISP chiede lo stanziamento straordinario di fondi per garantire la continuità nelle operazioni di soccorso e condivide la richiesta che il personale aquilano e dei comuni del cratere in servizio in altre sedi sia trasferito al fine di potenziare il dispositivo di controllo del territorio e della sicurezza pubblica.

Il COISP aquilano ed abruzzese è pronto, qualora gli amici del CONAPO lo decidessero, di scendere al loro fianco portando al seguito le ormai famose “sagome del poliziotto pugnalato alla schiena” affinché si porti a conoscenza dei cittadini la drammatica situazione in cui vivono poliziotti, vigili del fuoco, carabinieri, finanzieri e tutto il personale che indossa una divisa e che difende quotidianamente la sicurezza dei cittadini.


Buon Sindacato
leggi il comunicato del CONAPO

art. su http://www.futurocomune.it/201008022383/cronaca/ritardi-nei-pagamenti-e-potenziamento-del-personale-la-polizia-al-fianco-dei-vigili-del-fuoco.html
http://www.terremarsicane.it/node/10855
http://www.ilcapoluogo.com/site/News2/Attualita/Abruzzo-la-polizia-e-solidale-con-i-Vigili-del-Fuoco