venerdì 28 febbraio 2014

Valle Peligna e non ...solo. Il COISP con i Sindaci a difesa dei "Presidi di Polizia"

Mentre il Ministero dell’Interno, speriamo non con la complicità delle Autorità Locali di Pubblica Sicurezza del territorio aquilano, si appresta a tagliare alcuni “presidi di Polizia”  ricadenti sul vasto territorio aquilano, si alzano già le voci contrarie a tali ipotesi da parte dei Primi Cittadini di importanti citta della Provincia dell’Aquila.

Il COISP - sindacato Indipendente di Polizia - avuta questa informale notizia, ha immediatamente chiesto, con una nota inviata al Questore di L’Aquila Vittorio RIZZI, di essere messo a conoscenza della fondatezza o meno di queste notizie.

E’ grave che il sindacato  sia lasciato fuori da decisioni che poi, oltre che sulla sicurezza dei cittadini (e i poliziotti sono anch’essi cittadini) influiscono sulla sfera personale dei poliziotti che è nostro obbligo tutelare.

 Attendiamo pertanto con fiducia la risposta del Questore, ma siamo al fianco sin da ora ai Sindaci di Sulmona e Castel di Sangro per scongiurare che i cittadini da loro amministrati perdano contatto con l’Istituzione della Polizia di Stato.  

Così come siamo al fianco dei numerosi poliziotti interessati da questo progetto i quali, non dimentichiamolo, sono sempre stati coinvolti nel processo di crescita civile delle Istituzioni dello Stato ed hanno sempre risposto con solerte puntualità nell’assolvimento dei propri compiti.

Il Coisp farà di tutto evitare “qualsiasi chiusura degli uffici di Polizia” sul nostro territorio, smascherando “la volontà di chi vuole sopprimere in modo illogico centinaia di uffici, al solo fine di effettuare delle presunte economie con la speranza di recuperare degli uomini”, questa, unitamente alla difesa del Posto di Polizia di Telespazio,  anch’esso  in procinto di chiudere, sarà il nostro obbiettivo.
Buon Sindacato

venerdì 14 febbraio 2014

Nella giornata dedicata all'amore il pensiero del COISP è per le donne che subiscono “violenza”

Oggi 14 febbraio nella giornata dedicata all’amore, il COISP – sindacato indipendente di Polizia – rivolge un pensiero a tutte le donne oggetto di violenza.

Mentre in tutto il mondo migliaia di persone partecipano alla mobilitazione denominata “ONE BILLION RISING” a cui partecipa anche Amnesty International Italia anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo ricordare tutte le donne vittime di violenza deponendo, come lo scorso anno, una mazzo di fiori nel luogo dove è stata barbaramente uccisa la giovane 35enne Orjeta Boshti ed il proprio compagno, per mano dell’ex marito, rinnovando nel contempo l’invito, rivolto a tutte le donne in questa giornata dedicata all’amore, a denunciare gli abusi di cui sono oggetto.

Siamo convinti che queste testimonianze, anche se simboliche, aiutino a tenere alta l’attenzione su questa piaga sociale che, dai dati emersi non accenna a diminuire, anzi tutt'altro.
Sono oltre un miliardo le donne che nel mondo subiscono violenza, una persona su tre in Italia. Sono numeri che imbarazzano.
Anche nella Provincia aquilana il fenomeno è abbastanza preoccupante i dati emersi dalla straordinaria iniziativa intrapresa dalla Questura

dell’Aquila con “il camper antiviolenza” non dovrebbero far abbassare la guardia. Ricordiamo che in soli due mesi, l’attività messa in campo dalla Polizia ha raccolto moltissime testimonianze di soprusi, in alcuni casi violenza vera e propria, che ha portato alla denuncia di 33 (probabili) “aguzzini” all'autorità' giudiziaria per stalking, maltrattamenti, lesioni, percosse e violenza sessuale.
Purtroppo, tale iniziativa è stata interrotta, a discapito di tutte quelle donne che hanno bisogno di sostegno e che non avendo un punto di riferimento cui appoggiarsi magari soffrono in “silenzio” ed è per questo che il nostro gesto vuole essere un invito a non perdere la speranza, a protestare, a ribellarci in modo deciso per chiedere, anche in modo simbolico, la fine di questa violenza.

Buon Sindacato

 

martedì 4 febbraio 2014

CoISP: Colleghi feriti ogni giorno, in un anno 2.286 Appartenenti alle Forze dell’Ordine aggrediti, è una mattanza ma nessuno ne parla!

Nel Livornese quattro Poliziotti spediti in ospedale da un folle dopo un inseguimento, a Bari un uomo spara contro gli Agenti di una Volante. Il Coisp: “Colleghi feriti ogni giorno, in un anno 2.286 Appartenenti alle Forze dell’Ordine aggrediti, è una mattanza ma nessuno ne parla!”

“Anche in questo periodo segnato da un tripudio di servizi giornalistici ed interventi vari contro i ‘brutali ed irrecuperabili’ Tutori della sicurezza, non cessa l’implacabile mattanza dei colleghi su cui, giornalmente, qualcuno infierisce per i più disparati motivi. Soprattutto in questo periodo, anzi, fa specie che neppure un minuscolo titolino o servizio di approfondimento venga dedicato ad una notizia che si è guadagnata solo poche righe nelle agenzie di stampa: in un solo anno sono 2.286 gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine oggetto di aggressioni. 
A questo interminabile elenco si aggiungono i quattro colleghi spediti in ospedale da un folle che, nel Livornese, li ha speronati dopo un delirante inseguimento durante il quale è fuggito a 200 all’ora su una Statale anche contromano, nonché i componenti della Squadra Volante contro cui un altro sconosciuto signore ha aperto il fuoco, a Bari, dopo essere anch’egli scappato all’alt. Chissà quanti giornalisti si precipiteranno, adesso, ad intervistare le loro famiglie per sapere cosa si prova quando la mattina si saluta un figlio, un fratello, un padre che esce per andare a fare solo il proprio lavoro sapendo che non è affatto difficile che non torni più, o che torni a pezzettini, anche se il servizio di quel giorno era fra i meno pericolosi, come magari controllare gli automobilisti… O forse no… perché in questi casi non c’è mai qualcuno a riprendere con un provvidenziale telefonino per poi far scoppiare il caso!”. Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, all’indomani degli ultimi gravi fatti di cronaca che, a Venturina in provincia di Livorno, e nel quartiere San Paolo di Bari, hanno coinvolto Appartenenti alla Polizia che hanno rischiato la morte in circostanze apparentemente innocue degenerate in veri e propri tentati omicidi. E all’indomani, anche, della diffusione dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio “Sbirripikkiati” dell’Asaps, nel quale si sono contate, nell’anno appena trascorso, 2.286 aggressioni ad Operatori di Polizia - violenze a mano armata nel 24,7% dei casi; il 32,6% degli aggressori era sotto l'effetto di alcol e droga -.
“Dati - commenta Maccari - che mettono i brividi e che meriterebbero ben altre riflessioni e ben altri approfondimenti, ma di cui nessuno si cura. Perché è normale che chi porta la divisa venga offeso, aggredito, minacciato, da chiunque per qualunque motivo; è normale morire vestendo la divisa, anche se hai solo chiesto una patente; è normale infierire in ogni modo su un Servitore dello Stato perché chi ha scelto questo ruolo se l’è cercata; è normale che le famiglie che aspettano a casa sappiano che i propri cari devono magari morire, senza colpo ferire, e peggio per chi se li sceglie; è normale che tutto questo accada e, soprattutto, che accada nel silenzio, senza che nessuno osi chiedere considerazione e rispetto per le sofferenze che prova, in qualunque circostanza. Tutti - conclude il Segretario Generale del Coisp - hanno diritto alla comprensione, alle attenuanti, alla preoccupazione, alla pietà. Tutti tranne, ovviamente, quei pazzi che scelgono la divisa”. 
buon sindacato

sabato 1 febbraio 2014

TORNANO LE MINACCE DI MORTE CONTRO IL COISP

Gravi minacce agli “sbirri di merda”, il Coisp: “Ecco il frutto di indiscriminate criminalizzazioni e irresponsabili atteggiamenti persecutori di chi cerca solo vendetta e nega agli altri i diritti che pretende per se stesso”.

“Carissimi Sbirri di merda, a voi tutti e al vostro capo di sindacato fascistone, siete dei grandi bastardi, ricchioni e cornuti. Sapete fare le prepotenze alle persone indifese, fanno bene a napoli dove vi mettono la canna della pistola in bocca e vi fanno saltare il cervello, VERRA' IL GIORNO CHE VERREMO A PRENDERVI A CASA UNO AD UNO”.
“Questo splendido esempio di stile inviato alla nostra Segreteria Nazionale lo dobbiamo, nella pratica, al non meglio noto signor Marco Rossi [mailto:pitti12@yahoo.it] ma, questo come centinaia di altri esempi di minacce, ingiurie, e quant’altro, di fatto sono il frutto di insistenti attività che producono solo indiscriminate criminalizzazioni, irresponsabili atteggiamenti persecutori di chi cerca solo vendetta invece che pace e, trincerandosi dietro al dolore del lutto cui si deve tutto il rispetto possibile, pretende però di poter negare agli altri quegli stessi diritti cui si è appellato per cercare verità e giustizia”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta numerosi fatti seguiti, in questi giorni, a nuove e diverse notizie e servizi giornalistici attinenti a vicende giudiziarie che hanno coinvolto personale della Polizia di Stato divenendo dei “casi mediatici”. Commenti pubblici e non, alcuni al limite della diffamazione e dell’ingiuria, ed anche minacce gravi esplose, ancora una volta, dopo le ennesime ricostruzioni giornalistiche tese a far passare il chiaro ed innegabile messaggio che i Poliziotti in questione siano tutti carnefici senza speranza e senza diritto alcuno a vedere applicati loro come agli altri cittadini leggi e regolamenti. “Tutte persone che – insiste Maccari – in realtà sono esseri umani esattamente come gli altri e che, anzi, dopo aver commesso degli errori ed aver pagato caro il conto, e proprio per aver passato le pene dell’inferno con se stessi e con gli altri, con ogni probabilità saranno proprio quelli di cui ci si potrà fidare maggiormente in futuro dal momento che non si tratta certo di criminali conclamati, ma di gente che da sempre serve degnamente lo Stato con carriere che lo provano. Ancora una volta non vogliamo, COME NON ABBIAMO MAI VOLUTO (al di là di quello che i media si ostinano a tralasciare di spiegare) contestare la necessità e l’importanza di fare chiarezza e giustizia rispetto ad episodi tragici e dolorosi, né criticare i procedimenti e le decisioni con cui si è giunti a pronunce giudiziarie incontestabili e che devono essere rispettate. Ma continuiamo a chiederci quale sia il concetto di giustizia che alberga nelle menti di alcuni. Giustizia non è insistere a dare addosso a qualcuno fino a che non ci si sente appagati, infierendo fino a che non si distruggano vite di intere altre famiglie andando oltre il limite di quanto è stabilito persino nel nostro ordinamento”.
“Continuiamo a sottolineare – prosegue il Segretario Generale del Coisp – che chi dei nostri colleghi Poliziotti si è trovato nell’errore non solo ha pagato, ma ha scontato anche la virulenta e pervicace volontà di chi ha puntato a tramutarlo nell’esempio che chi veste la divisa vive secondo la convinzione e l’incomprensibile desiderio di esercitare prepotenza e violenza contro i cittadini. Ha scontato e sconta ancora atteggiamenti che rasentano pericolosamente l’accanimento anche giudiziario, perché è pur lecito che il dubbio sorga quando qualcuno viene mandato in una cella di isolamento anche se per legge non dovrebbe neppure entrare in galera, o quando per qualcuno si continua a voler promuovere un procedimento dopo l’altro solo perché con quelli precedenti non si è ottenuto il risultato desiderato, o no?”.
“Continuiamo da ultimo a difendere il nostro corretto e leale operato - conclude Maccari -, perché non ci sogneremmo mai di dire che chi ha cercato giustizia ed equità per se stesso ha fatto male, e però diciamo, eccome, che non si può criticarci o impedirci di chiedere giustizia ed equità per i Poliziotti italiani. Chi indossa la divisa ha un onere in più, certo, quello di incarnare il simbolo dello Stato, ma rimane un essere umano con le sue debolezze e tutte le sue fragilità e molti, ma molti più problemi degli altri… forse necessiterebbe piuttosto di un pizzico di considerazione in più ed un minimo di rispetto in più proprio per quel peso schiacciante che ogni giorno porta in spalla, invece di doversi continuamente scontare con ‘l’affettuoso atteggiamento’ che la mail citata rappresenta alla perfezione. Il nostro diritto a pretendere la corretta applicazione delle leggi è forse affievolito perché indossiamo la divisa? Il nostro diritto a difendere l’onorabilità nostra e della Polizia è forse affievolito perché indossiamo la divisa? E’ giusto gridare allo scandalo e tacciarci delle più vergognose accuse, offendendoci pesantemente e insistendo a dire bugie, parandosi sistematicamente dietro al più rispettabile lutto proprio ed altrui, solo perché insistiamo a sostenere che una volta ottenuta chiarezza e giustizia bisogna fermarsi e dire basta a tutto questo odio ed a questa ricerca di vendetta? E’ giusto fare finta di non vedere che queste continue provocazioni, queste continue criminalizzazioni, queste ingiuste pretese di conseguenze devastanti neppure previste per i colleghi, hanno il pericoloso effetto di spargere a piene mani il gene dell’odio verso le divise e, nelle menti di qualcuno, assumono poi la forma della minaccia rappresentando una vera e propria istigazione alla violenza? Chi non fa che parlare continuamente di giustizia, pretendendo di sapere e di imporre agli altri il proprio concetto di cosa sia giusto e cosa no, dovrebbe rispondere a queste domande”. 
Buon sindacato