giovedì 20 gennaio 2011

COISP: Caso Ruby e Capo della Polizia

Caso Ruby, il Coisp: “Qualcuno si è inalberato perché Manganelli non ha avvertito Berlusconi dell’indagine in corso? Ovviamente deve essere uno scherzo! Altrimenti sarebbe una sorta di notizia di reato…”

“Apprendiamo dalla stampa che alla ‘...riunione degli avvocati deputati del Pdl di martedì..’ scorso, qualcuno si sarebbe chiesto ‘dov’era il capo del Dipartimento quando la vita del Premier è stata passata al setaccio?’, inalberandosi poi con ‘....complimenti alla nostra politica di confermare i vertici della Polizia nominati dal centrosinistra...’. Apprendiamo inoltre che dal Dipartimento si sarebbero poi sentiti in dovere di fornire spiegazioni e di precisare che Manganelli non era al corrente dell’inchiesta in corso”.
“Ovviamente dobbiamo pensare che sia uno scherzo, che queste affermazioni siano il copione di un film dell’assurdo e non siano state pronunciate sul serio. Che alcuni deputati si sarebbero aspettati che il Capo della Polizia avvertisse Berlusconi di un’indagine in corso a suo carico non è certamente possibile, perché anche un bambino sa che rivelare l’esistenza di un’inchiesta oltretutto a chi ne è oggetto è reato, figuriamoci dei deputati e pure avvocati! Che poi dall’Ufficio del Capo della Polizia abbiano sentito il bisogno di giustificarsi è ancor meno possibile, perché chi guida il Dipartimento sa perfettamente che la Polizia giudiziaria è al servizio dell’Autorità giudiziaria e non certamente del politico di turno”.
E’ uno sconcertato Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, che commenta un articolo di questa mattina nel quale viene riportato il resoconto di una riunione degli avvocati della maggioranza che si sarebbero lamentati pesantemente del fatto che il Premier non è stato messo al corrente dell’ampia indagine relativa al “caso Ruby”, nonché di un breve messaggio che dal Dipartimento avrebbero fatto circolare a seguito del manifestato malcontento dei parlamentari di maggioranza per togliere dalla spiacevole posizione il Capo della Polizia Manganelli. “Inutile dire - continua Maccari - che se tutto questo corrispondesse al vero troverebbe da parte nostra un’implacabile condanna, e non certamente alcun tentativo di giustificazione o di difesa come nell’articolo in questione sembra volersi far credere. Il fatto che i Sindacati non siano intervenuti sul caso Ruby, infatti, non è dovuto certamente all’intento di non peggiorare la situazione di Manganelli che sarebbe già oggetto dell’ira di Berlusconi, ma al semplice fatto che lo squallore al quale il Presidente del Consiglio ci ha ancora una volta costretti ad assistere si commenta da sé”.
“A pensarci bene, comunque - aggiunge il Segretario del Coisp -, non è forse troppo irreale che alcuni parlamentari abbiano potuto fare quelle affermazioni. Ciò considerato che fin troppe volte abbiamo dovuto prendere atto della concezione dittatoriale del sistema paese che guida questo Governo e questa maggioranza, giorno per giorno subiamo il trattamento disastroso riservato a noi Appartenenti al Comparto sicurezza, e possiamo anche godere di splendide ed edificanti ‘chicche’ come l’ironia del ministro Larussa che ha pubblicamente ironizzato sulle gravi carenze che ci assillano dal momento che le
signorine-ine ospiti a casa di Berlusconi le divise le avevano eccome! Bene signor ministro - e di fronte ad un’affermazione di così basso profilo la ‘m’ minuscola è d’obbligo -, prendiamo allora atto che in effetti le tante carenze da noi denunciate sono una bufala: in fondo le risorse per la Polizia ci sono e ora sappiamo anche dove stanno… ad Arcore!”.
“Oggi - conclude amaro Maccari -, di fronte all’ennesima offesa della dignità di un Paese civile, possiamo solo commentare che se l’Italia è ridotta ad uno Stato in cui un gruppo di deputati si comporta come una setta delirante che considera il Capo della Polizia un servo, al punto da aspettarsi che calpesti la legge per sottostare al volere del Presidente del Consiglio, allora è consigliabile espatriare subito e scappare nella Tunisia di queste ultime ore, che è certamente più democratica”.

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