Roma 23 settembre 2014
Siulp - Siap/Anfp - Silp Cgil - Ugl PdS
Coisp - Consap - Uil Polizia Anip
Coordinamento per l'Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia
Pubblicato da coisp l'aquila
Il comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con cui si preannuncia un incontro tra il Premier Renzi ed i Sindacati e i Cocer che rappresentano il 94% dei 500mila addetti ai comparti Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico per il prossimo 7 ottobre, è il suggello alla risoluzione positiva della vertenza relativa allo sblocco del tetto salariale che si è potuto ottenere, grazie alla determinazione ma anche al senso di responsabilità istituzionale che tutti i Sindacati ed i Cocer hanno dimostrato di fronte all’apertura al confronto da parte del Governo. Lo annunciano i Sindacati rappresentativi ed i Cocer dei Comparti Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, in una nota subito dopo il comunicato apparso sulle agenzie di stampa con cui si pubblicizzava la data del 7 ottobre p.v. come la giornata dell’incontro tra i Rappresentanti del personale ed il Presidente Renzi.
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Ecco quindi che, a fronte di oltre il 90 per cento di Poliziotti italiani sindacalizzati, le “valanghe di mail” di colleghi che non sarebbero d’accordo con le posizioni delle Organizzazioni Sindacali di cui Renzi parla, restano una pura figura retorica. Chi è portavoce dell’azione delle Organizzazioni Sindacali è qualcuno che è stato eletto da quell’oltre 90 per cento di iscritti ai Sindacati. La rappresentatività, dunque, certamente non ci difetta. Né alcuno potrà mai instillare il dubbio nei colleghi che noi non agiamo nel loro interesse ed a loro tutela. Signor Presidente, siamo talmente tanto abituati alle fregature che ci deve consentire di dire forte e chiaro quali sono le legittime istanze delle centinaia di migliaia di lavoratori che rappresentiamo. Nessun tono eccessivo, dunque, nessuna dichiarazione bellicosa o intento di far naufragare il confronto. Meno che mai lei o chiunque altro può permettersi di descriverci come gente che vuole scioperare contro il proprio Stato. Non si cambino le carte in tavola, non si stravolga il senso della comunicazione che c’è e rimane corretta, se pur serrata. Non abbiamo chiesto aumenti di stipendi o di non contribuire a sanare la grave crisi che attanaglia l’Italia. Abbiamo chiesto il rispetto che ci è dovuto perché ce lo guadagniamo ogni giorno in mezzo alla strada, in condizioni di tale disagio che neppure lei, con tutta la sua effervescente inventiva, potrebbe mai immaginare. Siamo qui a dire con la dovuta chiarezza, con la necessaria fermezza, e con la consueta correttezza - perché questo è il compito che i colleghi ci hanno assegnato e che ci onoriamo di svolgere - che non è giusto perseverare in trattamenti altamente discriminatori rispetto a tutti gli altri cittadini solo perché non ci è consentito scioperare o perché, per lavoro e per devozione, noi obbediamo a degli ordini”. Pubblicato da coisp l'aquila
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