domenica 20 gennaio 2008

ATTENTI ALLO "ZELO" DEL GIUDICE SPINIELLO

…… AFFINCHE’ NON CAPITI AD ALTRI

Due colleghi della Polizia Stradale effettuano una pattuglia in ambito autostradale, si imbattono in un cittadino extracomunitario, fanno i controlli e dopo aver accertato delle gravi irregolarità relative alla permanenza nel territorio Italiano, lo arrestano. Processo per direttissima il giorno dopo, presenti i poliziotti, ascoltati in qualità di teste, l’avvocato d’Ufficio dello straniero chiede un rinvio per consultare gli atti.
Alla 2^ udienza (periodo invernale) i colleghi sono ammalati, uno da 3 giorni prima, l’altro dal giorno prima (entrambi hanno presentato regolarmente il certificato all’ufficio di appartenenza). Risultato il Sig. Giudice[1] ligio al suo dovere, irroga ai poliziotti 300 euro di multa e l’accompagnamento coatto per la prossima udienza. I colleghi avuta la notifica della “condanna” si chiedono: ma cosa abbiamo fatto per meritarci questo trattamento.
L’Ufficio del Reparto di appartenenza, a dire del Giudice, non ha provveduto ad inviare i certificati medici dei colleghi. I colleghi pertanto si armano di carta e penna, scrivono le giustificazioni, allegando anche i certificati medici ed a cura dell’ufficio di appartenenza lo trasmettono all’Ill.mo Giudice, il quale, lette le giustificazioni revoca l’accompagnamento coatto, ma conferma i 300 euro di multa.
I Colleghi presenti alla 3^ udienza, chiedono al Giudice come mai abbia confermato la multa nonostante le giustificazioni. Il Giudice risponde che questa volta, sono arrivate le giustificazioni, ma mancano i certificati allegati (ancora una volta, a suo dire, l’Ufficio si era dimenticato nella trasmissione degli atti di allegare i certificati medici) a questo punto i colleghi tentano di spiegare al Giudice che loro non hanno nessuna colpa, ma il Giudice è inamovibile nel confermare la multa senza ulteriori giustificazioni, anzi li avverte verbalmente, che anche quando presentino la certificazione medica, attestante la prognosi, se trattasi di un banale raffreddore riterrà comunque l’assenza ingiustificata è confermerà la sanzione pecuniaria. I colleghi provvedono nuovamente a produrre ulteriori giustificazioni ed in accordo con l’Ufficio recapitano personalmente la documentazione completa dei benedetti CERTIFICATI. Per dovere di cronaca le patologie dei colleghi sono: “diarrea 3 giorni” e “cervicalgia 7 giorni” quest’ultima confermata da visita fiscale del medico della Polizia in convenzione e riconosciuta Causa di Servizio. Dopo poco tempo uno dei due poliziotti si vede recapitare un verbale dall’illustre Giudice che valutava negativamente le giustificazioni edotte in quanto la patologia certificata (cervicalgia) non era incompatibile con la “deambulazione”, a tal proposito il Giudice faceva rilevare che proprio l’essersi portato per la visita fiscale (per notizia su richiesta del medico, in quanto non aveva l’auto di servizio per spostarsi) presso il Comm.to di P.S. era la prova che era in grado di “deambulare”, mentre l’altro collega più fortunato (affetto da diarrea) si vedeva annullata la sanzione.
MORALE
Cari colleghi, quando arrestate qualcuno, pensate che dovete andare anche al processo e se prima dell’udienza accusate una malattia, fate attenzione alla diagnosi!!!! Deve essere una malattia che non consente la “deambulazione” e soprattutto NON recatevi dal nostro medico per la conferma dei giorni, altrimenti date l’impressione che potete muovervi e non conta nulla, che magari per portarvi presso l’ambulatorio medico, vi siete fatti accompagnare da qualcuno. Cari colleghi, un consiglio di cuore, se dovesse capitare di ammalarvi un giorno in cui siete convocati per una testimonianza, pregate che vi venga anche una bella “diarrea”, questa sicuramente è una patologia che non consente la deambulazione, abbiamo la sentenza di un Ill.mo Giudice a sostegno di ciò.
P.S. Il comportamento del Giudice pur se criticabile è conforme alla legge, non si condivide il fatto che il dispositivo non sia “appellabile” pertanto non è stato possibile far valere le giustificazioni del collega in un’altra sede.
Inoltre da notizie assunte nei corridoi del Tribunale (da Avvocati, uscieri ed impiegati) molti altri colleghi sono stati “giustiziati” per motivazioni risibili se ciò risponde al vero sono pregati di contattarmi ai numeri indicati in intestazione per eventuali iniziative comuni. Si ringrazia il Presidente del Tribunale per la disponibilità dimostrata.

Buon Sindacato
Coisp L’Aquila
[1] (Dr Geremia SPINIELLO del Tribunale di Chieti, n.d.r.)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

la prossima volta il collega dovrebbe recarsi al processo con la diarrea esmerdargli la scrivania al giudice almeno 300 € di multa per vilipendio alla corte hanno un'altro significato , se non altro una bella soddisfazione..... HANNO ROTTO I COGLIONI . devono sempre metterlo in culo ai poveri che fanno solo il loro merdosissimo dovere...

Anonimo ha detto...

penso che se faccia una cosa del genere, non se la cavi con solo 300euro di multa.

Anonimo ha detto...

è arrivato il momento di seguire i preziosi consigli dei colleghi anziani che dicevano: non fare niente e quel poco che c'è da fare fallo fare agli altri tanto lo stipendio arriva lo stesso e campi tranquillo caro collega.

Anonimo ha detto...

il problema è chequando ti chiamano sei obbligato a comparire , perciò se ti capita la rogna e ci sbatti contro c'è poco da farlo fare ad altri ti tocca e basta. il problema vero è che quesfanno come cazzo gli pare e se sbagliano non pagano mai.... ma si sa i tre poteri sono legislativo esecutivo e giudiziario, sono e rimangono intoccabili....per ora...