venerdì 4 giugno 2010

INTERCETTAZIONI, IL COISP CONDIVIDE LA POSIZIONE DI FINI

“La difesa ostinata da parte del Governo del testo del ddl intercettazioni, che avrà certamente effetti disastrosi sulle indagini di polizia giudiziaria, dimostra che al di là delle dichiarazioni d’intenti il vero interesse è quello di massacrare le inchieste e neutralizzare Magistratura e Forze dell’Ordine sopprimendo di fatto uno strumento fondamentale nel contrasto alle attività criminose”. A sostenerlo è Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia. “Non è certo la privacy dei cittadini che il Governo vuole difendere – continua Maccari – ma si vuole affermare la possibilità di delinquere con garanzia di impunità, soprattutto a vantaggio di una classe politica corrotta e arrogante. Una classe politica che non può tollerare di essere beccata con le mani nella marmellata e soprattutto esposta al giudizio del cittadino. Per questo restiamo convinti che il ddl vada ritirato e si debba mantenere l’attuale legislazione in materia”. “Eppure – dice ancora il leader del COISP – abbiamo il sospetto che dietro al pubblico scontro politico tra maggioranza e opposizione si nasconda una privata convergenza di interessi: perché il controllo di legalità in fondo non piace a nessuno. Non ci illudiamo, quindi: il ddl verrà approvato. A questo punto bisogna salvare a tutti i costi il salvabile, e la linea del Piave è rappresentata dalle proposte del presidente della Camera Gianfranco Fini: lo stralcio della norma transitoria che al momento prevede l’applicabilità anche ai processi in corso; lo stralcio del limite dei 75 giorni per la durata massima delle intercettazioni; la questione dei cosiddetti reati spia. La posizione di Fini è condivisibile e rappresenta un limite invalicabile. Diversamente il Governo si assumerà la responsabilità di sancire la fine delle inchieste su corruzione, mafia, terrorismo, che spesso partono da elementi venuti alla luce in indagini su fatti diversi o reati secondari, come usura, estorsione, traffici illeciti. Se fossero in vigore le norme che limitano così pesantemente le intercettazioni telefoniche e ambientali – conclude Maccari - oggi sarebbero liberi boss del calibro di Riina e Provenzano e ci sarebbero centinaia di latitanti in libertà”.
Buon Sindacato

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