Proroga del blocco dei contratti e degli automatismi, a due giorni da quando ha scritto ad Alfano e Pansa il Coisp insiste: “Cresce la rabbia e lo sconforto. A muso duro verso i prossimi incontri con il Governo.”
L’avevamo detto in tempi non sospetti che peggio del rifiuto ad ascoltare e soddisfare le nostre legittime richieste c’è solo la presa in giro della finta accondiscendenza, delle chiacchiere cui non seguono fatti conseguenti, ma solo le ennesime intollerabili delusioni. E la proroga del blocco dei contratti e degli automatismi per gli Appartenenti alla Polizia è la più evidente, clamorosa, inconfutabile prova che avevamo ragione a temere, ed a tenerci stretti i nostri dubbi, pur trovandoci di fronte ad apparenti aperture all’ascolto quando non addirittura all’assunzione di solenni impegni ad alleviare l’oramai insostenibile situazione in cui versano i Poliziotti italiani durante i recentissimi incontri con i rappresentanti del nuovo Esecutivo e con i Vertici del nostro Dipartimento. Ma come, ci lasciamo una settimana fa pronti a fare insieme il possibile e l’impossibile per non aggravare ulteriormente le condizioni degli Operatori della Sicurezza e per rimediare alle più gravi problematiche che li assillano, tra le quali certamente rientra il blocco dei contratti, ed oggi siamo qua
a suturarci i punti dopo l’immancabile pugnalata alle spalle? A questo punto, delle due l’una: o i Ministri Alfano e D’Alia e il Capo della Polizia, Pansa, hanno mentito clamorosamente già fin dal primo istante, oppure non hanno alcun ragionevole peso nelle decisioni che riguardano i rispettivi settori di competenza”. Così ranco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a due giorni dall’approvazione del regolamento che proroga il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti. Un provvedimento rispetto al quale nell’immediato il Coisp si è rivolto al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ed al Capo della Polizia, Alessandro Pansa, lamentando come tale ultima decisione vada assolutamente nel senso contrario rispetto alle premesse ed agli impegni assunti a parole dalle stesse Autorità nel corso degli incontri tenutisi con i Rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali di categoria nei giorni scorsi.
“Una cosa è certa - aggiunge il Segretario del Coisp -, passano i giorni e cresce la rabbia e la delusione fra gli Appartenenti al Comparto che, oltre alla preoccupazione legata alla mancata dovuta e sacrosanta corresponsione di quanto spetta loro in termini economici, soffrono gravemente la mancanza assoluta di considerazione e di rispetto per la figura degli Operatori della sicurezza e per la specificità del loro lavoro, che ne condiziona pesantemente e quasi solo negativamente vite ed esistenze. Indossare la divisa, oggi più che mai, significa purtroppo pagare un prezzo altissimo di persona e farlo pagare alle rispettive famiglie, che pure come tutte le altre devono arrivare a fine mese. E quando si blocca il sacrosanto aumento che il magro stipendio di un Poliziotto dovrebbe avere dopo tanto tempo, e contemporaneamente si rinnovano e magari si incrementano i compensi da nababbi a manager e politici, ciò significa davvero sputare in faccia a quei lavoratori che in Italia,
di fatto, sono veri garanti della democrazia. Una mossa assurda e incomprensibile”.
“Si continua ignobilmente a far finta che le migliaia di uomini e donne delle Forze dell’Ordine non siano cittadini come gli altri - insiste Maccari -, perché se così fosse si tenterebbe, anche solo per decenza, di dar loro un minimo ristoro dei sacrifici che sono costretti a fare ed a far fare a chi gli sta vicino, riconoscendo ufficialmente e concretamente il valore di quei sacrifici e di quel lavoro così unico e indispensabile, e non si continuerebbe incredibilmente a dare tutto per scontato, trattando queste persone da servi invece che da Servitori dello Stato”.
“A questo punto - conclude il leader del Coisp - nessuno può meravigliarsi se arriveremo a muso duro ai prossimi momenti di confronto con un Governo che, come troppe volte è già accaduto, ma con un tempismo sorprendente, ci ha detto una cosa ed ha fatto, in tempi record, l’esatto opposto”.
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