a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio
Montinaro e Vito Schifani
Vi
sono volti e voci che mi ispirano, mi sfidano, mi pungolano e mi
spronano a elevarmi per avanzare nella vita e contribuire a far
avanzare le cose.
Sono
dei preziosi “carburanti”, quando la speranza negli uomini o
nelle circostanze potrebbe indurmi ad alzare le braccia.
Alcuni
di questi volti e di queste voci hanno versato il proprio sangue per
aprirci la via alla Libertà, alla Democrazia e alla Giustizia.
A
loro dico: Grazie!
In
nome del loro sacrificio, noi dovremmo avere la ricerca della
Libertà, della Democrazia e della Giustizia dell’Uomo esigente.
Io
ammiro questi spiriti brillanti e impegnati che, con i loro scritti,
partecipano a strutturare il mio modo di pensare il Mondo. Possano
questi spiriti essere dei venti sotto le vele delle nostre lotte per
accedere alla Libertà, alla Democrazia e alla Giustizia nel nostro
Paese.
Chi
si appresterà a prendere il testimone?
La
nostra generazione può scegliere di scuotere il giogo, che la
mantiene nella serena rassegnazione o nella ammirazione passiva, per
decidere di divenire attrice della sua Storia.
Vi
sono tante terre di Libertà, di Democrazia e di Giustizia da
conquistare o da riprendere.
Noi
abbiamo una responsabilità di fronte alla generazione che ci ha
preceduto e di fronte alla generazione che ci seguirà.
E,
con la passione per la Terra del mio cuore, Vi lascio con queste
poche righe che ho scritto per rendere omaggio a Giovanni Falcone,
Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani
per ringraziarli di aver incrociato la mia vita, le nostre vite.
Noi
non vi dimenticheremo!
Daniela
Zini
A
Giovanni Falcone
È
morto un Uomo di lupara in bianco,
Che
aveva per difesa
Le
braccia aperte alla vita.
È
morto un Uomo di lupara in bianco,
Che
continua la lotta
Contro
la Morte, contro l’Oblio.
Tutto
ciò che lui voleva,
Lo
vogliamo anche noi.
E
lo vogliamo, oggi.
Che
sia luce
Nel
fondo degli occhi, nel fondo del cuore.
E
Giustizia sulla Terra.
Daniela
Zini
Ventidue
anni fa, non è stato ucciso un Uomo, da dietro la nuca, perché si
voleva prendere i suoi beni, eliminare un rivale, un concorrente.
Ventidue
anni fa, non è stato ucciso un Uomo per vendicarsi…
È
stato ucciso un Uomo perché si temeva…
Era
votato al suo lavoro.
Aveva
il senso del dovere.
Era,
profondamente, onesto.
E
amava l’Italia, di cui era un fedele servitore.
Non
ha avuto diritto a un giudizio.
Il
suo assassino e i suoi complici non avevano nulla da rimproverargli.
È
stato ucciso senza che lo conoscessero.
È
stato ucciso perché rappresentava lo Stato e poteva essere “un
simbolo scomodo”.
“Un
simbolo scomodo”!
Non
un Uomo, un simbolo!
Per
difendere, rafforzare una idea, si è, freddamente, ucciso un Uomo,
solo perché rappresentava una istituzione che si giudicava
incompatibile con questa idea.
È
stato fatto brillare come si fa brillare la facciata di un palazzo.
Come
non pensare a Sébastien
Castellion,
che
scriveva:
“Uccidere
un Uomo non è difendere una dottrina, è uccidere un Uomo.”
Questo
assassinio trascinava l’Italia verso l’abisso del Terrore:
“Io
ti uccido perché rifiuto ciò che tu sei, ciò che tu rappresenti.
Io
ti uccido perché io ti credo un ostacolo alla causa.
O
perché la tua morte “servirà la causa”.”
Quale
tributo l’Italia paga, oggi, ancora, a questa violenza cieca,
inutile, disonorevole e disonorevole non solo perché si esercita
nell’ombra contro una vittima impotente…
Io
spero che tali assassinii non accadano più.
Io
spero che ognuno, su questa terra, sappia difendere le proprie idee,
quali che siano, senza altra arma che l’intelligenza, la parola e
il cuore.
Perché
questa è la Libertà.
Questa
è la Democrazia.
Questa
è la Giustizia.
Italiani,
la morte di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, di Rocco
Dicillo, di Antonio Montinaro e di Vito Schifani è servita?
Dipende
da ognuno di noi.
Si
può dimenticare, negare, relativizzare anche.
Ma
quando si tollera che un Uomo sia sacrificato alla Ragione di Stato,
si accetta che altri siano giustiziati allo stesso modo, per lo
stesso motivo.
L’Italia
rifiuta l’immagine che alcuni le danno.
L’Italia
è forte dei suoi valori.
Non
ama la morte.
Conosce
il peso dell’Uomo.
Conosce
il peso della Vita.
E
l’Italia costruirà il suo avvenire nella Libertà, nella
Democrazia e nella Giustizia.
Nella
fiducia alla Repubblica.
Non
sarà, sempre, facile, gli ostacoli non mancheranno.
Ma
l’Italia li sormonterà, perché può contare in Uomini e Donne di
onore e di fede nella loro terra e nella loro identità.
È
per me una certezza!
E
io vi ringrazio, Italiani, di darmi questa certezza.
Viva
l’Italia, viva la Repubblica, viva gli Italiani.
Daniela
Zini
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