giovedì 19 febbraio 2015

Aggressioni alle Forze dell’Ordine, l’ira del Coisp: “Ogni quattro ore un Operatore di Polizia in servizio sulle strade finisce in ospedale, e Politica e Istituzioni incoraggiano questi comportamenti”!

“Quasi duemilatrecento Operatori di Polizia aggrediti nel solo 2014. Un numero impressionante ed inquietante, anche perché riguarda i soli Operatori impegnati sulle strade e non quelli che svolgono servizi di ordine pubblico. Un vero e proprio ed indegno ‘tiro al bersaglio’ verso uomini e donne in divisa che non solo i cittadini ignorano, ma che non importa minimamente a Politica ed Istituzioni che i dati li devono conoscere eccome, ma che invece per tutta risposta incoraggiano questi comportamenti. 
E come altro potrebbe definirsi il non mettere gli Operatori nelle migliori condizioni per potersi difendere ed addirittura andare verso la depenalizzazione dei reati che li vedono vittime, come la resistenza o l’oltraggio a Pubblico Ufficiale, l’intralcio alla giustizia, l’istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi? Questa è una delle peggiori vergogne dell’Italia, un Paese che sbandiera a destra ed a manca i lusinghieri risultati delle sue Forze dell’Ordine, omettendo di ricordare che esse li raggiungono solo ed unicamente a costo di sacrifici personali, andando ben al di là di quanto sarebbe equo chiedere e quasi sempre utilizzando mezzi personali, che sono le peggio trattate d’Europa, e che della loro incolumità e sicurezza non frega nulla a nessuno”. Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a proposito dei drammatici dati relativi alle aggressioni avvenute nel 2014 ai danni di Poliziotti, Carabinieri, Agenti di Polizia municipale, Operatori delle altre Forze di Polizia e pubblici ufficiali durante i soli controlli su strada. Ben 2.266, con un Operatore che finisce in ospedale ogni 4 ore, spesso con conseguenze invalidanti, fisiche e psicologiche. Il 33,3 per cento del totale dei casi, e cioè 490, riguardano Appartenenti alla Polizia di Stato. “Noi piuttosto - insiste Maccari - dobbiamo piangere lacrime di sangue per anni per avere in dotazione un banalissimo spray antiaggressione (peraltro ancora soggetto all’infinita sperimentazione mentre contro di noi viene usato da tempo immemore!), ancora lottiamo per avere degli altrettanto banali taser, per avere programmazioni di servizi tali che le pattuglie che escono sul territorio possano avere se necessario la copertura dei colleghi, per avere le dotazioni di servizio minime e che possibilmente che non siano scadute come molti giubbotti antiproiettile, e così via discorrendo…”. “E chi pensa che su tutto questo non incida la logica di voler depenalizzare i reati contro i pubblici ufficiali si sbaglia - conclude Maccari -. Abbiamo fin qui contato anche troppe vittime fra i colleghi che ci hanno rimesso la pelle per quelli che sembravano interventi banali, di routine, e quasi innocui, come può essere fermare un gruppo di ragazzini in un’auto uno dei quali poi ti sfonda il cranio con un bastone. Ed a conferma di ciò basti sapere che nella metà dei casi delle aggressioni violente contro di noi vengono utilizzate esattamente mezzi quali bastoni, coltelli, cric, ed in molti casi la stessa vettura usata per investire i colleghi, che divengono potenziali strumenti di morte. Stabilire e comunicare così a tutti che intralciare con qualsiasi mezzo violento l’operato dei pubblici ufficiali non è reato è una cosa talmente irresponsabile da non essere degna di un paese civile. Delle migliaia di aggressioni avvenute contro di noi, e delle prossime migliaia di ferimenti che verranno, Politica ed Istituzioni sono e saranno ben più responsabili di coloro i quali materialmente li hanno commessi”. 

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