Un Governo che sfila contro un altro potere dello Stato (visto che ieri a Roma abbiamo sentito solo slogan contro la Magistratura che è un potere dello Stato) e che smentisce i propri organismi (visto che stamattina gli organizzatori della manifestazione di Roma contestano i dati della Questura che, se qualcuno se lo fosse dimenticato, è composta da uomini della Polizia che si chiama di Stato…).
Questo è il paradosso kafkiano, il festival dell'assurdo che sta vivendo in questo momento l'Italia,
probabilmente senza neanche accorgersi della gravità di quanto accade. Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia - attacca duramente le osservazioni dei rappresentanti del Governo e lo stesso Premier che “nel tentativo di accreditare un altro suo fallimento - dice Franco Maccari - fa pronunciare ai suoi uomini parole dai contenuti
pericolosissimi. Cosa spera di ottenere se Gasparri parla di un Questore in coma etilico e Cicchitto definisce la Polizia deviata? Glielo diciamo noi cosa otterrà - dice ancora Maccari - un violento scontro sociale senza precedenti in cui i mandanti, questa volta in maniera palese, (in altri tempi lo furono in maniera oscura), saranno proprio i rappresentanti del Governo che dovrebbero tutelare la società e non darla in pasto ai beceri istinti di chi, nel nome di un'impunità che sente arrivare dall'alto, si sentirà autorizzato a sbeffeggiare il lavoro di tutti quei Poliziotti impegnati nella tutela della sicurezza e della legalità”.
“Caro Presidente Berlusconi - dice ancora il Segretario Generale del Coisp - ci giunge voce, e non è solo una voce, che il suo coordinatore nazionale abbia inviato una lettera ai delegati abruzzesi per "intimargli" di raggiungere il numero di cinquanta pullman per Roma. Sa cosa significa questo politicamente? Significa che quella piazza la volevano in pochi, significa caro Presidente, che i primi a mettere in pericolo la gestione dell'ordine pubblico sono stati i suoi uomini intimando alla gente di partecipare. Questo Governo è la farsa di se stesso – conclude il leader del Sindacato Indipendente di Polizia - non una parola da quel palco è stata pronunciata in favore delle Forze dell'Ordine, non un provvedimento è stato annunciato sulla sicurezza nelle città. Eppure c'erano candidati alle presidenze di regioni “ad alto rischio” come la Calabria, che hanno fatto la parte dei servi sciocchi, cantando la canzone che il padrone aveva ordinato loro di cantare. Presidente il vero coma etilico è quello in cui Lei tenta di mandare questo Paese ubriacandolo di un vino di ultima scelta”.
Questo è il paradosso kafkiano, il festival dell'assurdo che sta vivendo in questo momento l'Italia,
probabilmente senza neanche accorgersi della gravità di quanto accade. Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia - attacca duramente le osservazioni dei rappresentanti del Governo e lo stesso Premier che “nel tentativo di accreditare un altro suo fallimento - dice Franco Maccari - fa pronunciare ai suoi uomini parole dai contenuti
pericolosissimi. Cosa spera di ottenere se Gasparri parla di un Questore in coma etilico e Cicchitto definisce la Polizia deviata? Glielo diciamo noi cosa otterrà - dice ancora Maccari - un violento scontro sociale senza precedenti in cui i mandanti, questa volta in maniera palese, (in altri tempi lo furono in maniera oscura), saranno proprio i rappresentanti del Governo che dovrebbero tutelare la società e non darla in pasto ai beceri istinti di chi, nel nome di un'impunità che sente arrivare dall'alto, si sentirà autorizzato a sbeffeggiare il lavoro di tutti quei Poliziotti impegnati nella tutela della sicurezza e della legalità”.
“Caro Presidente Berlusconi - dice ancora il Segretario Generale del Coisp - ci giunge voce, e non è solo una voce, che il suo coordinatore nazionale abbia inviato una lettera ai delegati abruzzesi per "intimargli" di raggiungere il numero di cinquanta pullman per Roma. Sa cosa significa questo politicamente? Significa che quella piazza la volevano in pochi, significa caro Presidente, che i primi a mettere in pericolo la gestione dell'ordine pubblico sono stati i suoi uomini intimando alla gente di partecipare. Questo Governo è la farsa di se stesso – conclude il leader del Sindacato Indipendente di Polizia - non una parola da quel palco è stata pronunciata in favore delle Forze dell'Ordine, non un provvedimento è stato annunciato sulla sicurezza nelle città. Eppure c'erano candidati alle presidenze di regioni “ad alto rischio” come la Calabria, che hanno fatto la parte dei servi sciocchi, cantando la canzone che il padrone aveva ordinato loro di cantare. Presidente il vero coma etilico è quello in cui Lei tenta di mandare questo Paese ubriacandolo di un vino di ultima scelta”.
Buon Sindacato
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